Il giorno prima della felicità è l’ultimo libro appena finito e voglio condividere con voi l’essenza di questo piccolo capolavoro.
Erri de Luca è un maestro e la caratteristica dei suoi libri è che sanno trasportarti e farti davvero vivere come spettatore privilegiato quell’atmosfera afosa e polverosa tipica dell’Italia mediterranea.
Qui siamo a Napoli, forse abbastanza scontato quando si legge lui ma è sempre una bella sensazione sapere di essere tornato in quelle terre; ogni volta per una storia diversa, ogni vola per respirare l’aria di un nuovo protagonista cresciuto all’ombra del Vesuvio, ogni volta ancora per essere travolti dalle emozioni avvolgenti che solo alcuni film di Tornatore hanno saputo fare riguardo certe ambientazioni.
Siamo nella Napoli del secondo dopoguerra, una generazione dopo. Quelli che hanno combattuto e preso parte alle rivolte ora sono adulti e molti ragazzi , ormai orfani senza nome , riempiono le borgate popolari e tirando due calci ad un pallone cercando di prendere il meglio da una città dura e ardente.
Il nome del protagonista non ci è dato sapere (come tradizione)ma posso dirvi che è cresciuto tra il cortile ed uno stanzino di un caseggiato dove il gioco di luci permetteva al riflesso della “bambina del terzo piano” di danzare dalle varie finestre per giungere a lui ed essere segretamente contemplato. Quando i due sirincontreranno da ragazzi saranno dominati da un richiamo d’amore quasi malsano e autodistruttivo che chiederà loro un rosso tributo.
È anche la storia del singolare portiere del palazzo in grado di leggere i pensieri della gente. Orfano anche lui, prende il ragazzo sotto la sua ala divenendo così maestro di vita e vero punto di riferimento.
Don Gaetano ha vissuto in prima persona i giorni della resistenza dell’Italia voltabandiera e dello sbarco made in USA e i suoi racconti di quei giorni tengono letteralmente incollati il protagonista e tutti coloro che hanno inconsciamente indossato i suoi panni. Storie di un popolo mai domato che anche nelle peggiori situazioni tira fuori il meglio di sé e non ha paura di resistere, non ha pazienza di stare ad aspettare gli americani, non ha più timore di assaltare le caserme e procurare fuoco agli animi perennemente ardenti, non cede vigliaccamente alle rappresaglie e rischia la vita pur di nascondere un ebreo.
La vera forza di Erri è proprio questa. In “libricini” da poco più di 100 pagine riesce a concentrare una potenza narrativa sintetica ma prorompente, proprio come il suo dialetto. Capace di catapultarvi istantaneamente nei vicoli tra i più colorati al mondo.
L’unico difetto? Bè finiscono sempre troppo in fretta! Arrivate le ultime pagine la lettura diventerà istintivamente più lenta per cercare di conservarne qualcuna per la sera dopo… Non mi credete?
Leggetelo e raccontateci la vostra ;)
N.
Erri de Luca è un maestro e la caratteristica dei suoi libri è che sanno trasportarti e farti davvero vivere come spettatore privilegiato quell’atmosfera afosa e polverosa tipica dell’Italia mediterranea.
Qui siamo a Napoli, forse abbastanza scontato quando si legge lui ma è sempre una bella sensazione sapere di essere tornato in quelle terre; ogni volta per una storia diversa, ogni vola per respirare l’aria di un nuovo protagonista cresciuto all’ombra del Vesuvio, ogni volta ancora per essere travolti dalle emozioni avvolgenti che solo alcuni film di Tornatore hanno saputo fare riguardo certe ambientazioni.
Siamo nella Napoli del secondo dopoguerra, una generazione dopo. Quelli che hanno combattuto e preso parte alle rivolte ora sono adulti e molti ragazzi , ormai orfani senza nome , riempiono le borgate popolari e tirando due calci ad un pallone cercando di prendere il meglio da una città dura e ardente.
Il nome del protagonista non ci è dato sapere (come tradizione)ma posso dirvi che è cresciuto tra il cortile ed uno stanzino di un caseggiato dove il gioco di luci permetteva al riflesso della “bambina del terzo piano” di danzare dalle varie finestre per giungere a lui ed essere segretamente contemplato. Quando i due sirincontreranno da ragazzi saranno dominati da un richiamo d’amore quasi malsano e autodistruttivo che chiederà loro un rosso tributo.
È anche la storia del singolare portiere del palazzo in grado di leggere i pensieri della gente. Orfano anche lui, prende il ragazzo sotto la sua ala divenendo così maestro di vita e vero punto di riferimento.
Don Gaetano ha vissuto in prima persona i giorni della resistenza dell’Italia voltabandiera e dello sbarco made in USA e i suoi racconti di quei giorni tengono letteralmente incollati il protagonista e tutti coloro che hanno inconsciamente indossato i suoi panni. Storie di un popolo mai domato che anche nelle peggiori situazioni tira fuori il meglio di sé e non ha paura di resistere, non ha pazienza di stare ad aspettare gli americani, non ha più timore di assaltare le caserme e procurare fuoco agli animi perennemente ardenti, non cede vigliaccamente alle rappresaglie e rischia la vita pur di nascondere un ebreo.
La vera forza di Erri è proprio questa. In “libricini” da poco più di 100 pagine riesce a concentrare una potenza narrativa sintetica ma prorompente, proprio come il suo dialetto. Capace di catapultarvi istantaneamente nei vicoli tra i più colorati al mondo.
L’unico difetto? Bè finiscono sempre troppo in fretta! Arrivate le ultime pagine la lettura diventerà istintivamente più lenta per cercare di conservarne qualcuna per la sera dopo… Non mi credete?
Leggetelo e raccontateci la vostra ;)
N.