Terra mia, Napoli e Campania
Ho scoperto che a volte è possibile apprezzare la bellezza
di un posto, la sua vera essenza, soltanto attraverso gli occhi degli altri.
Ti accorgi che posti per te quotidiani, panorami quasi scontanti, attraverso lo stupore e quel luccichio negli occhi di chi ti sta accanto, sono davvero un patrimonio inestimabile, luoghi che hanno sempre un qualcosa da raccontarti, da lasciarti senza parole!
Un qualcosa di eccezionale che per quanto ne fossi a conoscenza e ammirassi in qualche modo, non mi sono mai fatta coinvolgere abbastanza come adesso!
Potrò sembrare ripetitiva e vi sembrerà strano leggerlo, ma è attraverso gli occhi degli altri che sto imparando a conoscere la mia città.
Attraverso la curiosità e l’innamoramento di chi era ostile a questa città, adesso anche io prendo coscienza e inizio a conoscerla davvero.
Lo stupore degli altri è contagioso!
Chi mi conosce sa che non sono mai stata una persona che tutta orgogliosa, nel bene e nel male, vanta di vivere ai piedi del Vesuvio.
Anzi sin da bambina avevo un obiettivo in mente: scappare!
Volevo scappare non perché avevo paura di quella grossa montagna che tanto vi spaventa e che ogni volta vi porta a chiedervi “ ma come fate!?”, “ cioè tu vivi proprio lì sotto!?”.
Io volevo scappare dal mio piccolo paesino e da quella città che, ai miei occhi, ancora oggi sembra aver poco da offrire a chi ci vive e ci lavora, una città dimenticata e poco valorizzata, abbandonata a se stessa nelle mani di non si sa chi.
Andare via con questa consapevolezza sembra quasi una cosa da vigliacchi, ma crescendo, prendendo sempre più consapevolezza, il “voler scappare” è diventato un voler scoprire il mondo, uscire dalle stradine del piccolo paese, aprire la mia mente, conoscere idee e persone diverse da me con altri valori, con altre culture, con altre storie da poter raccontare.
Allora ti trasferisci in un’altra città, hai il tuo bel lavoro, le tue nuove abitudini, sei soddisfatta: i mezzi funzionano, puoi camminare tranquillamente per strada, le strisce pedonali vengono utilizzate, hai i parchi per andare a correre, la tua pista ciclabile, partecipi ad eventi culturali, biblioteche pubbliche ….. ogni giorno la senti sempre di più come se fosse casa tua!
Però man mano che passano i giorni ti accorgi che ti manca qualcosa e quel qualcosa non sono solo gli affetti familiari, gli amici.
Ti manca il poter alzare la tapparella la mattina e non sapere di che colore è il cielo, ti mancano i profumi delle cucine che si mischiano nei vicoletti, il pane caldo, lo sconosciuto che ti saluta, il non poter chiamare per nome il fruttivendolo o il panettiere perché adesso vai nei grandi supermercati, la cordialità dei negozianti, ti manca la lentezza e la “modalità rilassata” che tutti hanno per strada, ti manca l’invadenza buona delle persone, di quelle che attaccano a parlare in treno o sugli autobus, ti manca il sapore del buon cibo…. Perché vuoi o non vuoi i sapori di casa tua saranno sempre i più buoni!
Questa è la mia Napoli, quella che mi manca quando sono fuori e che io proverò a raccontarvi, ma non solo con i miei racconti o con i miei occhi:
vi racconterò di quella Napoli di cui gli altri tanto mi invidiano, di cui si emozionano e sono affascinati in un modo così immenso da aver contagiato anche me.
Ti accorgi che posti per te quotidiani, panorami quasi scontanti, attraverso lo stupore e quel luccichio negli occhi di chi ti sta accanto, sono davvero un patrimonio inestimabile, luoghi che hanno sempre un qualcosa da raccontarti, da lasciarti senza parole!
Un qualcosa di eccezionale che per quanto ne fossi a conoscenza e ammirassi in qualche modo, non mi sono mai fatta coinvolgere abbastanza come adesso!
Potrò sembrare ripetitiva e vi sembrerà strano leggerlo, ma è attraverso gli occhi degli altri che sto imparando a conoscere la mia città.
Attraverso la curiosità e l’innamoramento di chi era ostile a questa città, adesso anche io prendo coscienza e inizio a conoscerla davvero.
Lo stupore degli altri è contagioso!
Chi mi conosce sa che non sono mai stata una persona che tutta orgogliosa, nel bene e nel male, vanta di vivere ai piedi del Vesuvio.
Anzi sin da bambina avevo un obiettivo in mente: scappare!
Volevo scappare non perché avevo paura di quella grossa montagna che tanto vi spaventa e che ogni volta vi porta a chiedervi “ ma come fate!?”, “ cioè tu vivi proprio lì sotto!?”.
Io volevo scappare dal mio piccolo paesino e da quella città che, ai miei occhi, ancora oggi sembra aver poco da offrire a chi ci vive e ci lavora, una città dimenticata e poco valorizzata, abbandonata a se stessa nelle mani di non si sa chi.
Andare via con questa consapevolezza sembra quasi una cosa da vigliacchi, ma crescendo, prendendo sempre più consapevolezza, il “voler scappare” è diventato un voler scoprire il mondo, uscire dalle stradine del piccolo paese, aprire la mia mente, conoscere idee e persone diverse da me con altri valori, con altre culture, con altre storie da poter raccontare.
Allora ti trasferisci in un’altra città, hai il tuo bel lavoro, le tue nuove abitudini, sei soddisfatta: i mezzi funzionano, puoi camminare tranquillamente per strada, le strisce pedonali vengono utilizzate, hai i parchi per andare a correre, la tua pista ciclabile, partecipi ad eventi culturali, biblioteche pubbliche ….. ogni giorno la senti sempre di più come se fosse casa tua!
Però man mano che passano i giorni ti accorgi che ti manca qualcosa e quel qualcosa non sono solo gli affetti familiari, gli amici.
Ti manca il poter alzare la tapparella la mattina e non sapere di che colore è il cielo, ti mancano i profumi delle cucine che si mischiano nei vicoletti, il pane caldo, lo sconosciuto che ti saluta, il non poter chiamare per nome il fruttivendolo o il panettiere perché adesso vai nei grandi supermercati, la cordialità dei negozianti, ti manca la lentezza e la “modalità rilassata” che tutti hanno per strada, ti manca l’invadenza buona delle persone, di quelle che attaccano a parlare in treno o sugli autobus, ti manca il sapore del buon cibo…. Perché vuoi o non vuoi i sapori di casa tua saranno sempre i più buoni!
Questa è la mia Napoli, quella che mi manca quando sono fuori e che io proverò a raccontarvi, ma non solo con i miei racconti o con i miei occhi:
vi racconterò di quella Napoli di cui gli altri tanto mi invidiano, di cui si emozionano e sono affascinati in un modo così immenso da aver contagiato anche me.
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