“Il contrario di uno” inizia con una poesia che Erri de Luca dedica a sua madre. Una poesia per farci ricordare che ad essere in due si comincia da lì.
Seguono una ventina di racconti. Il libro è strutturato così, non c’è un’unica storia da narrare.
Seguono una ventina di racconti. Il libro è strutturato così, non c’è un’unica storia da narrare.
Capiremo prima di tutto l’importanza di scalare insieme una parete, in due, ma formando una cosa sola. Una sorta di bruco scalatore che roccia dopo roccia torna in contatto con quella bellezza naturale retta dalla “legge dell’attrazione celeste” opposta a quella di gravità.
“Quassù siamo ospiti dell’aria e dei suoi naviganti. Ogni colpo di ala ha più diritto ed eleganza del più esperto passo. Bisogna portare qualcosa in omaggio alle ali nere, anche un avanzo di cibo.”
Ci convinceremo poi che due non è il doppio di uno, ma il suo contrario
Ci convinceremo poi che due non è il doppio di uno, ma il suo contrario
“Entrò nel buio delle coperte e mi coprì tutto il corpo col suo. Stavo sotto di lei a tremare di felicità e di freddo. Le nostre parti combinavano una coincidenza, mano su mano, piede su piede, capelli su capelli, ombelico su ombelico, naso a fianco di naso a respirare solo con quello a bocche unite. Non erano baci ma combaciamento di due pezzi. Il su teneva sotto il mio e il mio reggeva il suo, come fa una terra con la neve.”
“Era una buona vita, magra, ma con città e ragazza…Era bello scriverle da vicino, imbucare la posta sotto il tovagliolo.”
“Era una buona vita, magra, ma con città e ragazza…Era bello scriverle da vicino, imbucare la posta sotto il tovagliolo.”
Seguiremo l’autore in vari piccoli frammenti autobiografici che ci aiuteranno a capirlo più a fondo. La loro era infatti
“la prima generazione d’Europa che a 18 anni non veniva presa per la collottola e sbattuta in guerra contro un’altra gioventù dichiarata nemica…eravamo patrioti del mondo e ci impicciavamo delle sue guerre.
Non c’è quindi da stupirsi se con l’età questo Spirito combattivo non si sia affievolito ma anzi, come legno levigato e modellato dall’uso, sia diventato sempre più robusto.
Passeremo con lui ore di solitudine cercata e riflessiva, condivideremo un’irrequietezza che spinge a chiedere, che vuole sapere
“È male vedere uomini che a sera si passano una mano sulla faccia per asciugarsi un rosso di palpebre. È bene che gli uomini abbiano sentimenti da lacrime.
Lasceremo la terra dov’è cresciuto per cercar l’ombra sotto un altro vulcano
“Così un uomo di Napoli, un operaio magro senza grasso di nostalgie, guardava il vulcano in fondo alla pianura e pensava alle rotte segrete delle fiamme che univano il Vesuvio d’infanzia con l’Etna delle cento tute di operai.
Saremo con lui raminghi lontani da casa
“A lasciare la tavola dove si è cresciuti per tutti i centimetri e i pasti comandati, uno si procura un vuoto allo stomaco, un angolo acuto che non può essere raggiunto.
Il mangiare della casa era buono, buono di anima, conteneva la cura, i piatti non facevano rumore, accompagnati e non sbattuti davanti.
Il mangiare della casa era buono, buono di anima, conteneva la cura, i piatti non facevano rumore, accompagnati e non sbattuti davanti.
Quella casa dove in estate ad un padre prendeva l’estro del pittore e la sua anima aveva bisogno di spazio e di colori
“Il legno forte che reggeva in braccio la tela da dipingere era un pezzo di bosco in piena stanza…aveva bisogno di guardare lontano per dipingere, aspettava l’estate.
Scrutavo la rissa dei colori sul mercato della tavolozza che aveva un buco per il pollice e il suo stava inzuppato del sugo dell’arcobaleno.
Scrutavo la rissa dei colori sul mercato della tavolozza che aveva un buco per il pollice e il suo stava inzuppato del sugo dell’arcobaleno.
Consiglio “Il contrario di uno” a chi abbia già letto un paio di libri di Erri de Luca e voglia conoscerlo più a fondo perdendosi tra alcune vicende della sua vita. Un libro di poco più di cento pagine ma denso di pensieri, frasi che ancora una volta lasciano il segno. Ho gradito molto queste righe e la prova è che man mano che mi avvicinavo alla fine, la lettura si faceva più lenta e le pagine venivano centellinate nelle serate. Voi riuscirete a leggerlo tutto d’un fiato e a fare il carico di emozioni?
N.