La nostra nuova avventura ha inizio in un pomeriggio del 1856 quando il capitano Nathaniel Plum è appena approdato con il suo sloop: il Tifone nei solitari promontori desertici dell’Isola del Castoro. Sul lago Michigan la giornata sta ormai volgendo al termine e i bagliori del sole estivo ne incendiano le acque.
In quella che sembrerebbe una luna di spiaggia tranquilla e pacifica, sta per andare in scena una congiura che ha come attori pirati, uomini politici e vecchi consiglieri.
Spinto dall’iniziale sentimento di vendetta per un furto al suo vascello, il protagonista diviene la scintilla per una rivolta popolare contro il re Mormone ormai tiranno dell’isola. Come ogni storia che si rispetti, anche in questa c’è di mezzo una ragazza: la 7^ promessa sposa al re poligamo. Molteplici sono le avventure che lei, suo fratello e il protagonista dovranno affrontare fino ad arrivare a una confessione finale di un vecchio contrabbandiere.
In quella che sembrerebbe una luna di spiaggia tranquilla e pacifica, sta per andare in scena una congiura che ha come attori pirati, uomini politici e vecchi consiglieri.
Spinto dall’iniziale sentimento di vendetta per un furto al suo vascello, il protagonista diviene la scintilla per una rivolta popolare contro il re Mormone ormai tiranno dell’isola. Come ogni storia che si rispetti, anche in questa c’è di mezzo una ragazza: la 7^ promessa sposa al re poligamo. Molteplici sono le avventure che lei, suo fratello e il protagonista dovranno affrontare fino ad arrivare a una confessione finale di un vecchio contrabbandiere.
“L’avventura del
In questo libro datato 1931 (noi abbiamo proprio quella ristampa) è comunque apprezzabile la descrizione paesaggistica della baia e dei suoi boschi. Una chicca finale si trova alla fine del racconto dove ci attende un breve racconto proprio di Jack London: “Il padrone del mistero”. Un mini-incastro inaspettato.
N.
capitano Plum” è un romanzo di facile lettura consigliato a chi ha voglia di perdersi per qualche giorno nel mondo i cui mari pullulavano di navigatori e contrabbandieri. J. Oliver Curwood questa volta lascia stare pendii innevati e laghi ghiacciati per raccontarci una storia ambientata in una terra più a sud. Come per Jack London in “Martin Eden”, i lettori abituati alle avventure selvagge e ai paesaggi del grande nord resteranno forse un po’ delusi dall’autore. Questi due padri dei romanzi d’avventura e viaggi sono forse come orsi polari il cui ambiente naturale sono ghiacci e neve che permettono loro di esprimere tutto il loro potenziale narrativo e di rapire dopo le prime pagine il lettore.In questo libro datato 1931 (noi abbiamo proprio quella ristampa) è comunque apprezzabile la descrizione paesaggistica della baia e dei suoi boschi. Una chicca finale si trova alla fine del racconto dove ci attende un breve racconto proprio di Jack London: “Il padrone del mistero”. Un mini-incastro inaspettato.
N.