Immaginate : “Corriamo veloci tra i rami di una foresta buia. Il clima è freddissimo, secco, pungente e ad ogni respiro sembra che ci si debbano ghiacciare i polmoni. Ogni tanto sfioriamo qualche ramo carico che ci riempie la faccia di neve fresca, scivoliamo leggeri attraverso un’immensa vallata bianca. La montagna è alle spalle e con la nostra fidata muta di valorosi husky stiamo tornando a casa. Siamo in slitta con Jan Tourot e nel cuore vogliamo una cosa sola, rivedere la creatura più bella che il cielo abbia offerto a queste terre selvagge del nord: Melissa. “ |
Vi starete chiedendo di cosa stiamo parlando!
Beh non siamo impazziti ma, avventurandoci tra le pagine dell’ultimo libro letto, ci è sembrato davvero di essere lì in quelle terre innevate.
Siamo in un piccolo villaggio sulle coste del lago Bain, in una compagnia di taglialegna e cacciatori.
Il capostazione John Cummins è da poco rimasto vedovo della bellissima moglie e quello che di più caro gli rimane al mondo è la figlioletta appena nata. Quella stessa notte, come uno spettro, un giovane ragazzo sfinito si presenterà alle porte della loro capanna e, accompagnato dalle note del suo violino, legherà il suo destino a quella piccola creatura che sarà poi il fuoco dei suoi demoni.
Insieme a loro abbiamo imparato a capire cos’è il freddo, cosa vuol dire avventurarci in una tempesta infernale per cercare un amico disperso consci che noi ancor più che lui non faremo ritorno, abbiamo sconfitto con il fuoco la grande epidemia, imparato a non sentire la fame, a dormire sotto l’aurora boreale e per lei, abbiamo anche ucciso.
In queste terre il tempo non è mai trascorso e la natura selvaggia regna sovrana e lotta con il progresso vorace della civilizzazione che in questi luoghi, non può che essere spezzato da aguzzi canini.
Forse increduli vi starete chiedendo come sia possibile percepire tutto questo attraverso le pagine di un libro! Ma leggere Curwood è davvero così: “un viaggio nel viaggio!”
Quando per la prima volta lessi infatti un libro di Curwood, rimasi davvero affascinato dalla scrittura diretta e veloce che sa trasportare nelle zone più inabitate e selvagge del mondo.
Ho aspettato più di un anno per leggere questo libro. Sono pagine che hanno più di mezzo secolo di vita, bisogna aprirle con cura e, come per tutte le cose preziose, non vanno sprecate. È un libro da leggere in inverno, quando fuori nevica, davanti ad un camino, con una cioccolata calda in mano o sotto le coperte pesanti.
In realtà questo libro è stato letto da noi in più posti e ci ha accompagnato negli spostamenti degli ultimi mesi. Abbiamo sperimentato così un nuovo modo per viaggiare insieme con la fantasia: leggerci le pagine a vicenda, avventurandoci e scoprendo mano nella mano l’ “ONORE DELLE GRANDI NEVI”, il cui segreto è ben nascosto nel violino del nostro protagonista. Penso che seppur involontariamente, anche noi leggendo il libro con la giusta calma, senza sgualcirlo, correre o ipotizzare possibili finali (anche se tentati) e gustandocelo fino in fondo ad ogni sua pagina, abbiamo rispettato l’onore delle grandi nevi, proprio come quando i protagonisti percorrevano le loro terre innevate.
Beh non siamo impazziti ma, avventurandoci tra le pagine dell’ultimo libro letto, ci è sembrato davvero di essere lì in quelle terre innevate.
Siamo in un piccolo villaggio sulle coste del lago Bain, in una compagnia di taglialegna e cacciatori.
Il capostazione John Cummins è da poco rimasto vedovo della bellissima moglie e quello che di più caro gli rimane al mondo è la figlioletta appena nata. Quella stessa notte, come uno spettro, un giovane ragazzo sfinito si presenterà alle porte della loro capanna e, accompagnato dalle note del suo violino, legherà il suo destino a quella piccola creatura che sarà poi il fuoco dei suoi demoni.
Insieme a loro abbiamo imparato a capire cos’è il freddo, cosa vuol dire avventurarci in una tempesta infernale per cercare un amico disperso consci che noi ancor più che lui non faremo ritorno, abbiamo sconfitto con il fuoco la grande epidemia, imparato a non sentire la fame, a dormire sotto l’aurora boreale e per lei, abbiamo anche ucciso.
In queste terre il tempo non è mai trascorso e la natura selvaggia regna sovrana e lotta con il progresso vorace della civilizzazione che in questi luoghi, non può che essere spezzato da aguzzi canini.
Forse increduli vi starete chiedendo come sia possibile percepire tutto questo attraverso le pagine di un libro! Ma leggere Curwood è davvero così: “un viaggio nel viaggio!”
Quando per la prima volta lessi infatti un libro di Curwood, rimasi davvero affascinato dalla scrittura diretta e veloce che sa trasportare nelle zone più inabitate e selvagge del mondo.
Ho aspettato più di un anno per leggere questo libro. Sono pagine che hanno più di mezzo secolo di vita, bisogna aprirle con cura e, come per tutte le cose preziose, non vanno sprecate. È un libro da leggere in inverno, quando fuori nevica, davanti ad un camino, con una cioccolata calda in mano o sotto le coperte pesanti.
In realtà questo libro è stato letto da noi in più posti e ci ha accompagnato negli spostamenti degli ultimi mesi. Abbiamo sperimentato così un nuovo modo per viaggiare insieme con la fantasia: leggerci le pagine a vicenda, avventurandoci e scoprendo mano nella mano l’ “ONORE DELLE GRANDI NEVI”, il cui segreto è ben nascosto nel violino del nostro protagonista. Penso che seppur involontariamente, anche noi leggendo il libro con la giusta calma, senza sgualcirlo, correre o ipotizzare possibili finali (anche se tentati) e gustandocelo fino in fondo ad ogni sua pagina, abbiamo rispettato l’onore delle grandi nevi, proprio come quando i protagonisti percorrevano le loro terre innevate.
“L’onore delle grandi nevi” è un miscuglio di emozioni, non è assolutamente un libro da poter catalogare in un settore ben definito. E’ una storia d’amore, d’amore tra padre e una figlia, un amore fraterno, un amore di due innamorati, una storia d’amore verso la natura e gli animali.
Non solo, è anche una storia dove viene messa in risalto la figura della donna. Melissa, giovane e bella, con l’ingenuità della sua età, ma anche una donna forte, pronta ad affrontare una qualsiasi difficoltà sempre con il sorriso che contagia tutti e senza mai scoraggiarsi nonostante la vita le ponga tanti dolori. Ma soprattutto è una storia dove l’onore, il rispetto per la madre terra e poi per gli uomini viene prima di tutto, prima di ogni sentimento personale, volere o desiderio; al punto da poter pensare di rinunciare alla donna amata, come tenterà di fare il nostro amico Jan.
Non solo, è anche una storia dove viene messa in risalto la figura della donna. Melissa, giovane e bella, con l’ingenuità della sua età, ma anche una donna forte, pronta ad affrontare una qualsiasi difficoltà sempre con il sorriso che contagia tutti e senza mai scoraggiarsi nonostante la vita le ponga tanti dolori. Ma soprattutto è una storia dove l’onore, il rispetto per la madre terra e poi per gli uomini viene prima di tutto, prima di ogni sentimento personale, volere o desiderio; al punto da poter pensare di rinunciare alla donna amata, come tenterà di fare il nostro amico Jan.
Non vi convincerò a leggere questo libro.
Non lo farò perché potreste non riuscire a trovarlo in giro, come molti degli scritti di Curwood.
Sarà forse lui a cercare voi.
Magari su una vecchia bancarella, ad un prezzo stracciato e con le pagine colorate dal tempo, il vostro incastro perfetto è lì ad attendervi. Con la sua copertina rossa, rilegata alla vecchia maniera, è lì che richiama quel primordiale spirito di avventura e sete di scoperta che non vi ha mai abbandonato.
N. e A.
> Torna indietro
Non lo farò perché potreste non riuscire a trovarlo in giro, come molti degli scritti di Curwood.
Sarà forse lui a cercare voi.
Magari su una vecchia bancarella, ad un prezzo stracciato e con le pagine colorate dal tempo, il vostro incastro perfetto è lì ad attendervi. Con la sua copertina rossa, rilegata alla vecchia maniera, è lì che richiama quel primordiale spirito di avventura e sete di scoperta che non vi ha mai abbandonato.
N. e A.
> Torna indietro