Ricalcando il pensiero della “poeta” russa Marina Cvetaeva, secondo Erri de Luca oltre alla legge di gravità ne esiste un’altra che muove silenziosamente nella direzione opposta. Una legge di “attrazione celeste” che (lasciando stare l’accostamento sacro) spinge la materia verso l’alto.
Il fuoco, la musica e le montagne obbediscono a questa legge.
Sotto il tetto di rami di una parete scoscesa delle Alpi è ambientato “Il peso della farfalla”. Si tratta della storia di 2 solitari che incontrandosi generano scintille. Una storia scritta ramazzando i racconti su bracconieri e camosci.
Su quelle rocce a strapiombo i camosci danzano, attratti dalla legge di attrazione celeste:
Il fuoco, la musica e le montagne obbediscono a questa legge.
Sotto il tetto di rami di una parete scoscesa delle Alpi è ambientato “Il peso della farfalla”. Si tratta della storia di 2 solitari che incontrandosi generano scintille. Una storia scritta ramazzando i racconti su bracconieri e camosci.
Su quelle rocce a strapiombo i camosci danzano, attratti dalla legge di attrazione celeste:
“Gli zoccoli del camoscio sono come le 4 dita del violinista, vanno alla cieca e non sbagliano un millimetro.
Schizzano su strapiombi, giocolieri in salita, acrobati in discesa, sono artisti da circo per la platea delle montagne.
“Gli zoccoli del camoscio sono 4 assi in tasca a un baro.
Con loro, la gravità è una variante al tema, non una legge.
Schizzano su strapiombi, giocolieri in salita, acrobati in discesa, sono artisti da circo per la platea delle montagne.
“Gli zoccoli del camoscio sono 4 assi in tasca a un baro.
Con loro, la gravità è una variante al tema, non una legge.
In questo libro l’amore dello scrittore per i luoghi d’alta quota emerge in tutta la sua pura ammirazione e contemplazione. L’interesse dell’uomo per le montagne iniziò quando finì la geografia del mondo, racconta. Loro si sono però scrollate di dosso la proprietà privata; sono i luoghi che, a differenza delle isole, si possono visitare senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Tuttavia in quei posti ostili noi siamo degli intrusi, di passaggio, qualcuno cui quelle leggi concedono un lasciapassare.
Lui, bracconiere, a sessant’anni era come il pugno. La donna era la carta in cui finiva chiusa la sua storia. E la terza figura della morra, la forbice? Quella era il camoscio, con le sue corna avrebbe vinto la carta, chissà come.
Erri ammette che quando ha scritto questa storia aveva in mente “Il vecchio e il mare”, ma a differenza del vecchio che va per mare contro tutti i suoi demoni a cercar di sbarcare il lunario, qui il cacciatore non è un santo per niente.
Quando l’ambiente naturale non circonda più noi, ma siamo noi a farlo, l’equilibrio è rotto e non va bene. In montagna però siamo ancora in inferiorità e possiamo essere spazzati via in qualsiasi circostanza. In montagna possiamo sentirci nella giusta proporzione nei confronti delle forze di natura, che non sono lì per accoglierci.
Un napoletano in giro per le montagne, Erri stesso si considera un abusivo a quelle altitudini. Ciò nonostante, in un capitoletto a fine libro, ci confessa che ogni estate non rinuncia a far visita ad un cirmolo. A 2200m la solitudine è per la scrittura una proteina ed un albero è forse la migliore compagnia.
N.
Quando l’ambiente naturale non circonda più noi, ma siamo noi a farlo, l’equilibrio è rotto e non va bene. In montagna però siamo ancora in inferiorità e possiamo essere spazzati via in qualsiasi circostanza. In montagna possiamo sentirci nella giusta proporzione nei confronti delle forze di natura, che non sono lì per accoglierci.
Un napoletano in giro per le montagne, Erri stesso si considera un abusivo a quelle altitudini. Ciò nonostante, in un capitoletto a fine libro, ci confessa che ogni estate non rinuncia a far visita ad un cirmolo. A 2200m la solitudine è per la scrittura una proteina ed un albero è forse la migliore compagnia.
N.